Donne da battaglia e clienti da amare

Alessandra PegoraroMay 8, '20

Come ci siamo adeguate al cambiamento non cambiando il rapporto con i clienti.

Già, quel 12 di marzo del 2020 sembrava una giornata tranquilla, una di quelle giornate che preludevano ad una precoce e soleggiata primavera. Dopo aver passato un inverno, neanche tanto freddo a dire la verità ma sempre di inverno si trattava, la voglia di spogliarsi di cappotti, sciarpe e guanti era comunque tanta, in negozio cominciavano ad arrivare tessuti in cotone, lino, canapa nei caldi colori tipici della primavera e dell’estate che sarebbe venuta subito dopo.

Già, quel 12 marzo del 2020 che ha sconvolto le nostre vite.

Mai avrei pensato, e chi del resto, ad un evento tanto imminente quanto sconvolgente come il COVID-19. E che cosa era poi ‘sto COVID? E quel numero cosa significava? In un battibaleno, in pochi giorni, quei giorni, ho, abbiamo noi tutti, scoperto parole fino ad allora lette e sentite in qualche bel libro e film di fantascienza: parole come “zona rossa, asintomatici, virus, pandemia, covid, coronavirus, mascherine, nomi come Borrelli, Spadafora, paesi mai sentiti prima, Codogno, Whuan ed altre ancora hanno cominciato a riempire i telegiornali. Negozi, fabbriche, attività di qualsiasi tipo fermate da un essere così piccolo ed invisibile ma così letale da massacrarci tutti, nel fisico e nell’anima. Morti, infetti, guariti, non ho mai passato così tante ore davanti al televisore ad ascoltare statistiche, a leggere numeri troppo grandi, più grandi di me. Impressionante.

Alessandra Grazie Spedizione Pacchi

Fortunatamente la vita ha preso il sopravvento, dopo lo sconvolgimento iniziale, le persone hanno riscoperto hobby, mestieri, senso di appartenenza e valori affettivi, del resto, sono le difficoltà che uniscono.

Pochi i settori a salvarsi, l’alimentare, le ferramenta e l’elettronica hanno avuto un “più” a doppia cifra percentuale rispetto al normale, farina introvabile negli scaffali dei supermercati, si riscopriva l’arte della cucina (e vai di torte e di pane fatto in casa), i piccoli lavori di casa, tinteggiature, piccole attività manuali di ripristino che aiutavano anche a far passare quelle interminabili giornate; pc, stampanti, cavi di rete, mouse, spariti dai magazzini.

Le persone hanno scoperto quanto facile fosse comprare via internet, ed un po’ perché non si poteva uscire, un po’ per addolcirsi la pillola, si sono attaccate alla tastiera del computer, collegate ad aziende presenti con lo shop on-line e vai di strisciate, le vendite via web sono schizzate all’insù.

In soli due mesi, l’e-commerce ha fatto un passo in avanti di tre anni e chi c’era ha salvato il salvabile e chi non c’era si rammaricava di non aver creduto nel commercio elettronico.

E noi c’eravamo. Un e-commerce nuovo di zecca, messo on-line solo qualche giorno prima, cominciava fin da subito a dare i suoi frutti. Ho sconvolto il mio modo di vendere, dal contatto fisico ad un rapporto di byte, carte di credito ed indirizzi elettronici, spedizioni.

Quei due mesi che mi hanno fatto diventare digitale. Ma quello che serve ad una attività, per vivere, sono sempre i clienti, tanti clienti, senza clienti non vai da nessuna parte. Ed io voglio e sento il dovere di ringraziare di cuore tutte le mie di clienti, solite, nuove ed anche quelle che mi hanno solo scoperta e conosciuta e che forse un giorno faranno acquisti sul mio e-commerce nuovo di zecca. Grazie, vorrei nominarvi tutte, ma (fortunatamente siete tante) mi ci vorrebbe un giorno a riportare tutti i vostri nomi ma vi sono infinitamente grata per avermi aiutata a sentirmi viva in momenti in cui vivere ha tanti significati come mai avrei pensato.

Alle miei clienti, GRAZIE, vi voglio bene.